Europa ed europeismo non sono sinonimi
Il 4 luglio, Elly Schlein e i ventisei componenti della Segreteria nazionale del PD, si ritroveranno a Ventotene, un luogo simbolico che la sinistra ritiene la culla del progetto dell’Europa federale. Qui si svolgerà l’Esecutivo del partito. Il luogo è significativo, sia per l’ex carcere borbonico di Santo Stefano, edificato secondo i principi del Panopticon dell’utilitarista Jeremi Benthan, sia perché luogo di confino per molti antifascisti come il comunista Altiero Spinelli, l’azionista Ernesto Rossi e il socialista Eugenio Colorni. Questi tre uomini stilarono il “Manifesto di Ventotene” oggi considerato, da molti, uno dei testi fondanti l’Unione europea. Il documento ha tre autori e tre capitoli: “La crisi della civiltà moderna”, “I compiti del dopoguerra”, “L’unità europea”. Gli ideali propugnati, facendo riferimento a principi di pace e libertà di stampo liberale e socialista, indicano un percorso politico europeo capace di superare la distinzione tra forze progressiste e reazionarie, attraverso “la creazione di un solido stato internazionale, che indirizzerà verso questo scopo (l’unione) le forze popolari e, conquistato il potere nazionale, lo adopereranno in primissima linea come strumento per realizzare l’unità internazionale”. Gli estensori pensano necessario la creazione di una forza politica nuova al di sopra degli schieramenti nazionali. Insomma un potere centrale sovranazionale che regoli i mercati, l’economia e la politica estera e si impegni contro la disuguaglianza e i privilegi sociali. Il testo fa riferimento anche all’abolizione, la limitazione, la correzione o estensione caso per caso della proprietà privata per “per creare intorno al nuovo ordine un larghissimo strato di cittadini interessati al suo mantenimento, e per dare alla vita politica una consolidata impronta di libertà, impregnata di un forte senso di solidarietà sociale”. Prima di Ventotene dell’Europa unita avevano scritto diversi personaggi. Nel 1922 il massone Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi, auspicò un’unione europea guidata da tecnici e scienziati, una unione multiculturalista e multietnicista capace di diventare una vera e propria federazione, gli Stati Uniti d’Europa. Il messaggio fu colto, fra gli altri, da un Presidente del Consiglio francese il radical-socialista Aristide Briand che nel 1925 presentò un progetto pan europeo alla ”Società delle Nazioni”. Il Manifesto di Ventotene, citato da molti e letto da pochi oggi è ripreso dalla Schlein come punto di riferimento per una ripartenza del suo partito. Non sembra un cattiva idea visto che elemento comune a tutti i cultori dell’ideologia europeista è il pacifismo, tema attuale e caro alla segretaria. Gli europeisti hanno alzato la loro bandiera sempre in nome della pace, una pace che è, innanzitutto, “assenza di guerra”. L’unione europea sarebbe l’antitodo ad ogni conflitto. Viene da chiedersi se l’Europa di cui parlano il manifesto di Ventotene e la Schlein sia l’Europa propriamente detta. Europeismo ed Europa, coincidono? E’ possibile che l’Europa di Ventotene sia la stessa di Konrad Adenauer, Robert Schuman e Alcide De Gasperi? Certamente NO! Questi tre uomini, un tedesco, un francese ed un italiano, erano tre cattolici che pensavano l’Europa per quello che poteva essere, un comunità di popoli uniti dalle comuni radici cristiane, non una costruzione ideologica progettata a tavolino alla quale adeguare i popoli. Una idea sviluppata sull’onda della globalizzazione che formatta gli individui e li conforma attraverso condizionamenti collettivi promossi da un potere sovranazionale. Giovanni Paolo II nel 2001 affermava “Il mercato impone il suo proprio modo di pensare, di agire e ricalca la sua propria scala di valori sui comportamenti… assistiamo all’emergere di modelli di pensiero etico che sono sottoprodotti della globalizzazione stessa e che recano il marchio dell’utilitarismo”. Quando l’illuminista e presidente francese Valery Giscard D’estaing, rifiutò la lettera di Giovanni Paolo II che esortava all’inserimento delle radici giudaico cristiane in costituzione europea, la UE fece una scelta di campo che pervade tutta la sua successiva “produzione” sociopolitica. Alla luce di ciò, la riunione di segreteria del PD assume un significato che va ben oltre l’attuale segretariato della Schlein. Il problema è che, oggi, molti politici di maggioranza si dicono “convinti europeisti”, forse non comprendendo appieno il significato di quanto affermano, una circostanza che potrebbe salvargli l’anima, ma che non salva noi da scelte pericolose per il nostro futuro di cristiani cittadini. Nel 1982 a Santiago di Compostela Giovanni Paolo II alzò la sua voce “Lancio verso di te, vecchia Europa, questo grido pieno d’amore: ritrova te stessa, sii te stessa, scopri le tue origini, ravviva le tue radici, rivivi questi valori autentici che hanno reso gloriosa la tua storia e benefica la tua presenza sugli altri continenti”. Comunque vada Arsène Heitz autore del disegno della bandiera europea, era un devoto cattolico che apparteneva all’Ordine della Medaglia Miracolosa. Ma si tratta di coincidenze alle quali diamo credito, solo in quanto tali!!!
Società Domani