L’attuale situazione politica, ci suggerisce una riflessione prendendo spunto da un articolo di Stefan Zweig, scritto nel 1920. Per la sua straordinaria attualità, ne riportiamo uno stralcio tratto dal testo omonimo edito dalla, Piano B edizioni, 2018
OPPORTUNISMO – Il nemico universale
L’opinione politica deve necessariamente avere avversari e limitazioni temporanee. Ma la convinzione ha un solo nemico (un nemico eterno) : l’opportunismo. Niente è più pericoloso del fatto che gli uomini confondano o equiparino costantemente questi due concetti, nei propri riguardi, e in quelli degli altri: l’opinione e la convinzione. L’opinione è di molti, la convinzione di pochissimi. L’opinione arriva al volo dalla parola, dal giornale, dal desiderio e dalle chiacchiere, riprende il volo al primo soffio di vento, si appiccica ai fatti ed è sempre soggetta alla pressione atmosferica, alla psicosi di massa. La convinzione nasce dall’esperienza vissuta, si nutre di cultura, resta personale e indivisa al cospetto degli eventi. L’opinione è massa la convinzione è uomo. E la tragedia dell’epoca attuale, in una frase è questa: le opinioni hanno trionfato sulle convinzioni. La Chiacchiera sulla conoscenza. Ovunque. Un bambino può contare sul pallottoliere il numero di persone che, imperterriti di fronte alla vittoria e alla sconfitta, non hanno tradito la propria fede spirituale al cospetto degli eventi. E invano attendiamo che gli altri pronuncino la più primitiva e radicale delle ammissioni umane: “ho sbagliato”. Dov’è il giornale che in prima pagina annuncia: “sulla base di premesse errate ci siamo sbagliati, i nostri lettori non sono stati informati correttamente”?. Dov’è il politico che in una sua lettera ai suoi elettori dichiara: “ho sbagliato, quando in perfetta buona fede…” . Dov’è l’artista, in generale, lo scrittore, che confessa apertamente la cosa più semplice: di essere stato frastornato dal mostruoso impeto dei fatti, travolto dalle rapide delle opinione? Ciò che vediamo è opportunismo. Un silenzioso strisciare dall’altra parte. Rifuggendo dalle proprie responsabilità, si osservano portavoce, politici, letterati, alzarsi silenziosamente dai tavoli ai quali hanno mangiato per sgattaiolare furtivamente di lato, fingendo poi, non appena ci sono arrivati, di trovarsi lì da una vita. Ed è così che alcuni hanno già cambiato tavolo tre volte: smemorati verso se stessi, contano sulla smemoratezza degli altri e – purtroppo a ragione – sul singolare istinto della massa, che pretende sempre di essere innocente e dimentica che la sua opinione (opinione accresciuta a tremendo potere dinamico dal consenso di milioni di voci) aveva una volta la parvenza di convinzione nazionale. …..come a teatro le stesse comparse entrano prima come troiani e poi come greci – sono sostanzialmente le stesse persone, spinte forse dalla delusione o dalla speranza, e mai, comunque, dalla convinzione, poiché le convinzioni non crescono nel giro di una notte come le canne di bambù…L’opportunismo dei politici, uomini freddi dalla logica servile, abituati a fare volteggiare in punta di spada i loro ideali, ha prolungato la guerra. L’opportunismo dei letterati ha moltiplicato l’odio: hanno afferrato il megafono dell’entusiasmo perché la loro voce fioca si facesse potente. L’opportunismo dei leader preoccupati solo delle prossime elezioni, ha stravolto l’opinione popolare. E l’opportunismo del popolo stesso, che per la prima volta non si vedeva umiliato, bensì ammirato e incensato da tutti questi elementi egemoni, ha completato la tragedia. Nessuna convinzione, nemmeno la più folle è stata esiziale quanto l’opportunismo, e proprio perché è l’unico potere che non ha sofferto attraverso l’esperienza, ma che anzi oggi è il più potente, più attivo, più impegnato che mai, noi dobbiamo riconoscere in esso il nostro nemico. Il nemico più, pericoloso dello spirito, Il nemico secolare della convinzione e della coscienza…. La storia e il presente ci hanno insegnato a essere scettici nei confronti dei rapidi rivolgimenti…..Ciò che nasce sempre per interesse e mai per necessità interiori, vissute, non potrà mai diventare davvero creativo… Il pericolo vero, il pericolo morale, sono i disertori, gli annacquatori di ogni idea, gli opportunisti del momento i patrioti di ogni vantaggio, i parassiti del successo. Meglio avversari di fronte a noi che disertori accanto a noi.
StefanZweig (1881-1942, scrittore, giornalista, storico e poeta)