
Oggi in Italia c’è un partito cinese nel quale si polarizza il livore di tutti coloro che continuano a produrre bile per la rielezione di Trump alla Casa Bianca. Dal sessantotto agli anni ‘70 i filocinesi si chiamavano maoisti, e sfilavano in piazza brandendo il “Libretto Rosso” di Mao Zedong, una figura mitizzata dalla rivoluzione a livello di Che Guevara ed Ho Chi Minh. Questa bandiera venne ostentata da Aldo Brandirali fondatore delle riviste “Servire il Popolo” e “Falcemartello”. Un personaggio che dalla fede nel comunismo di stampo maoista, nel 1992 passò per Comunione e Liberazione, finì tra le braccia della DC e, dulcis in fundo, in Forza Italia, divenendo Assessore allo Sport e ai Giovani nella giunta Albertini, Berlusconi non si faceva mancare niente. All’epoca la simpatia per Mao Zedong contava testimonial come Dario Fo, Alberto Moravia, Michele Santoro, Pietrangelo Bertoli ed altri nomi noti. Oggi i filo cinesi fanno il tifo per la “globalizzazione felice” anti USA ed anti Trump. Scrive Giulio Meotti in uno dei suoi dettagliatissimi articoli: “Antoine Bondaz, ricercatore presso la fondazione francese per la ricerca strategica ha dichiarato a: ‘Politico’ che la Cina considera l’Europa il ventre molle dell’Occidente. Nella loro logica, c’è l’Occidente, e in esso gli Stati Uniti che si opporranno alla Cina per ragioni strutturali e ideologiche, e i loro alleati europei che devono essere neutrali in caso di conflitto tra Cina e Stati Uniti”. Insomma Pechino apprezza a tale punto l’Unione Europea che, oltre a considerarla poco più di una pappa molla, non la vuole neanche come alleata, basta che sia neutrale. Mentre Trump fa gli interessi americani, qualunque cosa si pensi dei dazi il presidente USA tenta di porre le condizioni per la ricostituzione di una “classe media” che dal 1990, è stata devastata dalla delocalizzazione delle produzioni industriali in oriente, le èlite italiane che la midlle class hanno sempre serenamente disprezzato, si volgono verso la Cina passando per la Mecca e facendo business con questi Paesi. I più noti sponsor del nuovo PCI sono i 5Stelle, la cui acutezza politica è nota a livello internazionale, e Romano Prodi che con la Cina fa affari da tempo e nel novembre 2009 firmò un editoriale sul Messaggero intitolato “Fidiamoci della Cina”. Insomma si va diffondendo un nuovo Partito Cinese Italiano su cui convergono 5Stelle e PD. Non bastavano le numerose légion d’honneur dei filofrancesi del Partito Democratico, stanno arrivando anche le “legion onorevoli” cinesi, per dirla alla Confucio. E’ onorevole completare la demolizione della classe media europea, una cosa in perfetta linea con lo spirito marxista leninista che in quella fascia di popolazione ha visto, da sempre, un grave ostacolo al processo rivoluzionario basti ricordare l’eccidio dei Kulaki, i piccoli proprietari terrieri ucraini che Stalin sterminò, circa quattro milioni, per incamerarne i beni, appiattire la società ucraina e spegnere ogni resistenza antisovietica. Secondo i nuovi maoisti, il pericolo non è la Cina e neppure l’Islam, il vero pericolo è Washington e quel cowboy (il nostro vaccaro versione yankee) di Trump che certo non brilla per garbo e bon ton, ma costituisce un solido ostacolo alla cinesizzazione del mondo sia in chiave economica che politica e culturale. I cinesi, da sempre, si considerano il centro del mondo, vivono ed alimentano una coscienza imperiale sin dalle scuole elementari, tutto ciò che li dovesse confermare in tale convincimento non potrà che andare a discapito dei loro vicini e, fra questi, oggi, ci siamo anche noi. Dopo l’eliminazione nel nome dell’egualitarismo, degli oppositori politici e di ogni competitor di partito, dopo la mortificazione di qualsivoglia centro di potere autonomo la Cina di Xi Jinping somiglia sempre più al Celeste Impero, il suo capo Xi ha accentrato su di se le cariche di Presidente della Repubblica, Segretario Generale del Partito Comunista e Capo delle Forze Armate, praticamente un monarca assoluto e, vista la dimensione della Cina, un Imperatore. La propaganda del partito è così efficace che la maggioranza dei cinesi tra i 18 ed i 24 anni boccia il capitalismo e promuove il socialismo, nonostante sia stato proprio un capitalismo in salsa confuciana – “arricchirsi è onorevole” -, a procurare il boom economico di cui un miliardo e mezzo di cinesi godono. Le esportazioni cinesi nel mondo superano i 333miliardi di dollari annui, in rapida ascesa come il bilancio in spese militari. A proposito della guerra Mao Zedong sul suo famigerato “Libretto Rosso” sbandierato dai sessantottini lungo i cortei di piazza, al Cap. V scrive: “La guerra, cominciata con l’apparizione della proprietà privata e delle classi, è la forma più alta di lotta per risolvere, a una certa fase del loro sviluppo, le contraddizioni tra classi, nazioni, Stati o gruppi politici”, è un atto politico che pragmaticamente si pone in essere al momento opportuno. Tutto questo in una prospettiva di colonizzazione della Russia che si è volta verso Pechino per riceverne appoggio nel contesto dell’invasione dell’Ucraina, col rischio di cadere in una ragnatela di seta che i cinesi sanno tessere molto bene, con pazienza ed esperienza. Nonostante le bugie cinesi sul covid ed un quadro politico fosco da “impero del male” in Italia Prodi & C. rilanciano il partito filocinese, un tempo in onore di Mao, oggi in quello di un monarca assoluto che guida un colosso che vanta una cultura antica 3500 anni, più della nostra dicono loro, che però non è evoluta in civiltà umanistica dal momento che non conosce la verità-valore dell’individuo come “Persona Umana”. Alla fine è la persona che fa la differenza e nega cittadinanza ai campi di sterminio, ai gulag ed ai laogai, campi di lavoro forzato volti alla rieducazione, 50 milioni di persone dal 1959, fra i quali tanti cristiani. Lo scrittore cinese Liao Yiwu esiliato all’estero dopo il massacro di Piazza Tienanmen (1989 – migliaia di morti) scrive: “L’occidente è talmente tollerante, passivo, accomodante e ingenuo nei confronti di Pechino… gli occidentali guardano la Cina con occhi increduli, sono sedotti come un vecchio davanti ad una ragazza. Tutti tremano di fronte agli onnipotenti cinesi. L’Europa mostra tutta la sua debolezza. Non si rende conto che l’offensiva cinese minaccia la libertà e i suoi valori”. Il filocinesismo raccoglie adepti fra le élite, non solo di sinistra, ma anche fra i soliti “utili” da tutte le altre parti, fa proseliti e miliardi di affari… loro!
Paolo Piro
Già nel secolo scorso si parlava di pericolo “giallo”.
Oggi più che mai tutto ciò si è concretizzato, Trump von la sua politica dei dazi sta sparigliando le carte a livello mondiale economicamente parlando.
Staremo a vedere se l’occidente prenderà rimedi prima che sia troppo tardi.