
Sono allarmanti i dati del nuovo rapporto World Watch List 2025 presentato oggi dall’organizzazione umanitaria che da settant’anni opera in tutti i luoghi dove il cristianesimo è oppresso: oltre 380 milioni di cristiani sperimentano alti livelli di persecuzione mentre lo scorso anno ne sono stati uccisi oltre 4 mila. In aumento anche gli abusi sulle donne che in molti Paesi non denunciano per ragioni culturali e sociali.
Federico Piana – Città del Vaticano – «Oltre 380 milioni di cristiani sperimentano alti livelli di persecuzione e discriminazione a motivo della loro fede». Cresce la persecuzione anticristiana, «mai così intensa in 32 anni di ricerche», con un dato allarmante: nell’ultimo anno «sono 4.476 i cristiani uccisi per cause legate alla fede». Il rapporto World Watch List 2025 reso pubblico oggi da Open Doors è un pugno nello stomaco. Rivela che tra le 100 nazioni monitorate «si conferma l’escalation della persecuzione in termini assoluti mantenendo l’impressionante accelerazione degli ultimi 12 anni, con 13 Paesi a livelli estremi». Corea del Nord, in testa alla classifica. Nella nuova classifica, stilata dall’organizzazione umanitaria che da settant’anni opera in tutti i luoghi dove il cristianesimo è oppresso, rimane salda al primo posto la Corea del Nord: «La politica di tolleranza zero del regime ha provocato l’internamento di un numero di cristiani compreso tra i 50.000 ed i 70.000 e sta alimentando il fenomeno di una Chiesa nascosta». Seguono Somalia, Yemen, Libia e Sudan, nazioni a forte presenza musulmana, nelle quali «le fonti di persecuzione sono connesse a una società islamica tribale, all’estremismo attivo e all’instabilità endemica. La fede cristiana va vissuta nel segreto e, se scoperti, i cristiani (specie se ex-musulmani) rischiano anche la morte». Situazione drammatica anche in Pakistan, Nigeria, Iran, Afghanistan, India. In Arabia Saudita si scorge una piccola nota positiva: «Nella libertà religiosa c’è stato qualche progresso ma permangono restrizioni significative. Nelle grandi città c’è una maggiore tolleranza per le decorazioni natalizie collocate in alcune aree pubbliche. I libri di testo scolastici sono stati ulteriormente riformati per eliminare contenuti problematici sui non musulmani. Allo stesso tempo, la pratica pubblica di religioni non musulmane rimane vietata e le minoranze religiose continuano a essere discriminate». Anche il Myanmar entra nel novero delle nazioni con una persecuzione estrema. La guerra civile che sta mettendo in ginocchio il paese asiatico coinvolge anche i cristiani che sembrano essere presi di mira senza pietà: «L’ esercito attacca frequentemente le chiese cristiane, sospettate di ospitare ribelli. E le stesse forze ribelli aggrediscono le comunità cristiane neutrali: almeno 100.000 cristiani languono in campi di sfollati, scappati per evitare le violenze».
Il silenzio assordante sulla persecuzione cristiana dell’alta gerarchia cattolica è terribile. Si pensa agli immigrati, ai poveri, ai giornalisti, attivisti incarcerati, ecc., ma si tace sul massacri e la persecuzione dei propri fratelli. Speriamo che lo Spirito Santo illumini la Chiesa Cattolica a difesa di questi suoi figli perseguitati.